U. Nobile

 

 

   VIDEO  http://youtu.be/9SG6SY9h3Xc

 

 

 

 

Gli studi 

Figlio degli ebolitani Vincenzo e Maria La Torraca; il padre era nato Vincenzo Niccolò Francesco Nobile delle Piane, discendente di un ramo cadetto della nobile famiglia Delle Piane stabilitosi nell'Italia meridionale (con ramificazioni anche in Calabria e in Puglia, nel barese) che, fedele ai Borbone, aveva rifiutato l'omaggio ai Savoia ed era stata privata del titolo nobiliare assumendo il cognome Nobile a ricordo dell'antica condizione sociale; suo nonno Roberto Carlo Ferdinando Nobile delle Piane dei marchesi di Valceronia era stato ciambellano alla corte di re Francesco II delle Due Sicilie.

Umberto si laurea all'Università di Napoli nel 1908 in ingegneria industriale meccanica, con il massimo dei voti. Lo stesso anno consegue un diploma in elettrotecnica. Nel 1911 vince un concorso ed è ammesso a frequentare, a Roma, un corso di costruzioni aeronautiche, presso il battaglione del genio militare, dal quale nascerà in seguito l'aeronautica militare italiana.

La progettazione militare

 
Nobile che si affaccia dal Norge alla partenza da Spitzbergen, 1926

Nel 1915, durante la Prima guerra mondiale viene assegnato, pur non avendo obblighi militari, allo stabilimento militare di costruzioni ed esperienze aeronautiche. In questi stabilimenti nel 1916 progetterà un nuovo dirigibile per l'esplorazione delmare, denominato O. Nel 1919 viene nominato direttore dello stabilimento in cui presta servizio; questa carica verrà conservata fino al 1927, periodo nel quale perfezionerà la progettazione dei dirigibili semirigidi per eliminarne i gravi difetti.

Nell'estate del 1922, Nobile si recherà negli Stati Uniti, chiamato a collaborare alla costruzione di un'aeronave militare. Tornato in Italia, nel 1923 realizzerà il dirigibile N1, modello impiegato anni dopo nella prima trasvolata al Polo Nord. Lo stesso anno viene nominato tenente colonnello del Genio aeronautico. Nel 1925 continua la consulenza all'estero per la costruzione di nuovi modelli di dirigibili. In quest'anno stabilisce i primi contatti con l'esploratore norvegese Roald Amundsen.

 

La trasvolata del Polo Nord 

La prima spedizione

 
Umberto Nobile e la cagnetta Titina, 1926

Il 10 maggio 1926, assieme all'esploratore norvegese Roald Amundsen e al suo sponsor statunitense Lincoln Ellsworth, partì da Ciampino a bordo del dirigibile NorgeN-1 da lui stesso progettato. Volando sopra il Polo atterrarono in Alaska due giorni dopo, compiendo una traversata di oltre 5300 km di volo ininterrotto. Questo viaggio sfociò in una controversia tra Nobile e Amundsen, su a chi andasse il merito e il credito per la spedizione.

Il crescente favore del partito fascista in Italia riteneva l'impresa di Nobile una buona pubblicità al movimento anche oltreoceano mentre i norvegesi reclamavano il merito maggiore visto che l'idea e l'acquisto del dirigibile lo avevano fatto loro: Amundsen era il grande personaggio della Norvegia, il suo eroe, ma per tutta la durata del viaggio non ebbe altro ruolo che quello di un malcontento passeggero. Una volta tornato in Italia Nobile fu promosso da Mussolini a maggior generale del Genio Aeronautico.

La seconda spedizione

Nobile ritornò al Polo Nord come comandante del dirigibile Italia. Questa nuova spedizione, dal carattere marcatamente scientifico, ebbe inizio il 15 aprile 1928, da Milano. Alla spedizione partecipò anche, con funzioni di supporto, un gruppo di alpini al comando del capitano Gennaro Sora, che avrebbe poi preso parte alle operazioni di soccorso conseguenti il disastro del dirigibile Italia.

Dopo aver attraversato le Alpi, l'Austria, la Cecoslovacchia, la Germania e la Svezia l'Italia raggiunse Kingsbay, base norvegese nelle isole Svalbard. Dopo aver effettuato un primo viaggio di esplorazione a oriente delle Svalbard l'Italia partì per il Polo Nord il 23 maggio 1928. L'ambito limite geografico fu raggiunto alle 00:24 del 24 maggio 1928; dalla verticale del punto furono lanciate una croce benedetta da Pio XI e una bandiera dell'Italia. Il dirigibile non poté effettuare un atterraggio come previsto a causa delle avverse condizioni climatiche e dopo due ore sopra il polo iniziò il viaggio di ritorno.

La Tenda Rossa

 
Il generale Nobile affacciato al portello della cabina dell'Italia appena giunto a Stolp, inPomerania, durante il viaggio verso il Polo Nord nell'aprile 1928. Si noti, in basso a destra, la cagnetta del generale, Titina.

Ma a tragitto quasi del tutto completato, proprio mentre spiccavano all'orizzonte le montagne delle isole Svalbard, il dirigibile 'Italia si schiantò sui ghiacci a causa di una violenta tempesta. Dieci uomini (Nobile, Zappi, Mariano, Viglieri, Biagi, Behounek, Malmgren, Cecioni, Trojani, Pomella morto nell'impatto) e Titina, la cagnetta del Generale, vennero sbalzati dall'urto sul ghiaccio mentre il dirigibile riprendeva quota portando con sé gli altri membri dell'equipaggio destinati a scomparire per sempre (Pontremoli, Arduino, Ciocca, Lago, Alessandrini e Caratti). Nobile riportò gravi ferite ad un braccio e ad una gamba, a tal punto da dover essere sistemato in un sacco a pelo, dove rimase fino all'arrivo dei soccorsi.

I superstiti, fortunatamente, si trovarono circondati di materiali caduti con l'impatto o gettati eroicamente da Arduino dall'aeronave tra i quali cibo, una radio e la famosaTenda Rossa (in realtà di color argento, colorata di rosso con dell'anilina, sostanza usata per le rilevazioni altimetriche[1]) entro la quale si adattarono a vivere per sette settimane.

Dall'incidente scaturì la prima spedizione internazionale di soccorso polare e un mese dopo Nobile venne portato in salvo con un piccolo aereo svedese comandato dal tenente svedese Lundborg. Nobile non voleva essere salvato per primo poiché Cecioni aveva una gamba fratturata, ma il pilota svedese aveva precise consegne e fu irremovibile nell'ordinare al generale di essere salvato per primo. Quando il pilota ritornò a prendere gli altri, precipitò egli stesso rimanendo a sua volta imprigionato tra i ghiacci. In totale perirono otto persone dell'equipaggio dell'Italia; lo stesso Amundsen morì, scomparendo per sempre, mentre volava su quelle gelide isole per prendere parte alle ricerche dei dispersi.

Mentre tutte le forze internazionali di soccorso si erano mobilitate per salvare i superstiti, la sola nazione che rimase inerte fu proprio l'Italia. La nave appoggio Città di Milano comandata dal capitano Romagna rimase alla fonda nella Baia del Re su precisi ordini di Roma. Una volta che Nobile vi salì a bordo vi rimase da prigioniero, impossibilitato a fornire utili indicazioni per il salvataggio mentre la stampa su pressione del movimento fascista lo tacciava di vigliaccheria (Nobile non aveva mai espresso il proprio entusiasmo politico verso il regime). Solo il 12 luglio 1928 il rompighiaccio russo Krasin raggiunse i superstiti e li trasse in salvo.

Le Accuse

Nobile fu accusato di aver abbandonato i suoi uomini e fu costretto a dimettersi da tutte le cariche. Invano, come lo stesso esploratore raccontò anni dopo in una intervista televisiva nell'ambito della trasmissione realizzata dal giornalista Gianni Bisiach, si rivolse direttamente a Benito Mussolini perché la verità storica fosse ristabilita. Nobile aveva in Italo Balbo, ministro della Regia Aeronautica e ardente fascista, un grande nemico che, si suppone, tramò al fine di imporre la propria visione di un'aeronautica priva degli obsoleti e costosi dirigibili. Di fatto, il governo fascista dell'epoca lo abbandonò al suo destino e solo dopo la fine della seconda guerra mondiale il giudizio della commissione d'inchiesta fu sovvertito e Nobile venne riabilitato e promosso al grado di generale.

Gli anni successivi alle esplorazioni

Amareggiato dall'atteggiamento italiano nei suoi confronti Nobile abbandonò l'Italia nel 1931 per trasferirsi in Unione Sovietica e successivamente negli Stati Uniti dove le sue preziose capacità di progettista vennero ampiamente utilizzate (soprattutto dai sovietici per il progetto di dirigibile URSS W6 OSOAVIAKHIM). Rientrò in Italia solo nel 1943. Dal1946 al 1948 fu deputato all'Assemblea Costituente come indipendente nel gruppo del Partito Comunista Italiano[2][3][4], dove fu eletto con 33.373 preferenze, secondo solo al segretario generale Palmiro Togliatti[5].

Durante i lavori dell'assemblea costituente Nobile fu autore, assieme a Gustavo Colonnetti e a Giuseppe Firrao, dell'emendamento che porterà all'affermazione, nell'articolo 9 della Costituzione, che la Repubblica promuove la ricerca scientifica e tecnica[6]. Umberto Nobile si occupò, oltre che della progettazione di dirigibili, anche di numerose altre questioni aeronautiche: benché al tempo interamente assorbito dai dirigibili, progettò nel 1918 tre diversi tipi di paracadute, tra cui uno di tipo collettivo, che consentiva il lancio dell'intero equipaggio di un pallone aerostatico[7], e nel 1922 promosse, con l'ingegnere Gianni Caproni, la costruzione del primo aeroplano metallico in Italia, il Ca 73.

Fu autore di numerosissimi scritti tecnici oltre che di diverse memorie storiche riguardo alle due trasvolate polari. Nel periodo in cui fu direttore dello Stabilimento militare di Costruzioni Aeronautiche di Roma sviluppò il progetto dello sfortunato dirigibile Roma destinato al servizio aereo dell'esercito degli Stati Uniti. La storia della tragica spedizione è raccontata in alcuni libri scritti dallo stesso Nobile. Al dramma della spedizione del dirigibile Italia si è ispirato nel 1969 il film La tenda rossa con Sean Connery nei panni di Amundsen e Peter Finch in quelli di Nobile. Una nuova struttura scientifica italiana, la Amundsen-Nobile Climate Change Tower installata a Ny-Ålesund, porta il suo nome, affiancato a quello di Roald Amundsen.

 

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