Bodo - Loding – Traumen – Loding – Fauske – Botn – Mo I Rana – Mosjoen Km 350
Mi sveglio alle 7. Il vestiario è asciutto. Questa notte ho tenuto il riscaldamento al massimo. Ho fatto bene a portarmi due paia di guanti invernali . Fino ad adesso
nonostante abbia speso un bel pò di soldini non sono riuscito ancora a trovare un paio di guanti che sia veramente impermeabile dopo una giornata di pioggia intensa in moto. E nonostante usi i sottoguanti ho le mani sempre bagnate e gelate. Spesso mi devo fermare per metterle vicino al motore per riscaldarle.
Oggi tempo un esperimento: invece dei sottoguanti userò dei guanti di plastica.
Vedremo questa sera gli effetti.
Anche oggi riesco a compiere il miracolo di riuscire a mettere tutto il materiale nelle valigie in modo ordinato. Sistemato tutto scendo per fare colazione ed incontro gli italiani compagni di viaggio del giorno prima.
Ci raccontiamo a vicenda dei percorsi effettuati e degli itinerari previsti per il viaggio ritorno.
Io avevo previsto a questo punto di passare in Svezia a fare il percorso che non sono riuscito a fare all'andata. Ma con il pessimo tempo attuale e da solo sarebbe veramente un rischio.
Quindi alla fine cedo alle insistenze dei compagni di viaggio, delle persone veramente piacevoli, e alla constatazione che dopo un paio di settimane in solitario forse un pò di compagnia è ben accetta.
Quella di oggi è una pura tappa di trasferimento. Partiamo verso le 9.
Prima fermata al Saltstraumen (vortice marino) di Bodo uno dei più potenti al mondo un fenomeno naturale che si verifica ( quattro volte al giorno ad orari fissi) per la marea che si accumula in una stretta gola.
Nello stretto di Saltstraumen, lungo tre kilometri e largo 150 metri, le maree fanno sì che le acque di un fiordo defluiscano in quello di un altro creando nel mare l'efffetto di una cascata.Le acque sono ribollenti e si spostano alla velocità di 20 nodi trasferendo 400 milioni di metri cubi di acqua prima da una parte e poi dall'altra.
Le foto non rendono. Il rumore dell'acqua è fortissimo
Foto d'epoca
Le strade sono belle e asfaltate di fresco, le curve sono dolci sarebbe un vero piacere guidare e magari farsi qualche piega in più ma....acqua e vento , vento e acqua e ancora acqua e vento rendono i 350 km veramente faticosi.
Percorriamo la strada che attraversa il Parco Nazionale del Saltfjellet che è tra le più belle e panoramiche dell'ntera Scandinavia.
Il viaggio continua.
Tappa d'obbligo il Circolo Polare Artico dalla parte della Norvegia.Oggi veramente polare per il freddo e il vento. La temperatura si avvicina allo lo zero. Ma non non si può resistere al fascino di una foto anche se con il casco.
66° 33' latitudine nord indica il punto più meridionale nel quale si verifica il fenomento del sole di mezzanotte, il giorno del solstizio d'estate, e il limite della notte polare al soltizio d'inverno. L'attraversamento di questa linea ideale ha sempre qualcosa di magico.
Il Viaggio continua quasi come una prova di resistenza al freddo e all'acqua.
Il brutto tempo non ci concede nemmeno un minuto di tregua.
Sono ore ormai che la pioggia sbatte inistentemente sul casco. La visiera
spesso si appanna e le mani sono ormai dei pezzi di chiaccio.
Mi sento un pò deluso avrei voluto tanto gustarmi questa parte di viaggio con
calma e invece non vedo l'ora di arrivare alla meta odierna. Man mano che il viaggio procede il freddo di pari passo si insinua dentro e ormai lo avverto dentro il corpo.
Superiamo Mo I Rana e continuiamo verso sud.
Precediamo rassegnati sotto l'acqua
Nel tardo pomeriggio siamo a Mosjoen.
Fermata al primo albergo utile lungo la strada. Ceno in camera con del cibo acquistato in una stazione di servizio. E come al solito riscaldamento al massimo e asciugatura vestiario.
Qualche telefonata e via al letto stanco morto.
Considerazioni della giornata : con i sottoguanti in lattice è andata decisamente meglio anche se le dita sono un pò "lesse".